sabato 15 novembre 2008

Web politicians


La campagna YouTube non è solo americana, come dimostra la vittoria di Barack Obama e la sua campagna elettorale. Anche Francia e Gran Bretagna stanno sposando la politica del web, Nicolas Sarkozy sta intensificando la sua presenza online con una ricca postazione in Second Life - con tanto di auditorium, video e tabelloni informativi - e un sito pieno di video e contenuti. Lo stratega della comunicazione web si chiama Loic La Meur, un noto blogger francese, ora consulente del presidente francese Il premier britannico Gordon Brown intanto si sottopone regolarmente a un “question time” su YouTube, rispondendo alle domande (filtrate?) dei cittadini, con l'intento di avvicinare gli elettori più giovani. Respingendo, così, le accuse dell'opposizione che lo considera un politico 'vecchio stampo'.A Natale dell'anno scorso pure la regina Elisabetta ha lanciato un canale dedicato, "the royal channel" - ci sono 23626 iscritti, per un totale di 1.728.408 visualizzazioni. La monarchia britannica nel corso degli anni si è sempre mostrata interessata alla tecnologia. Nel 1976, durante una visita alle forze armate, Elisabetta spedì la sua prima email, risale invece al 1997 il lancio del sito e al 2006 il primo messaggio alla nazione scaricabile da internet.

martedì 11 novembre 2008

Romania, 8 milioni per farsi conoscere

La Romania vuole farsi conoscere e modificare l'immagine negativa, da "cronaca nera" che ha in Italia, dove vive e lavora più di un milione di cittadini romeni. E' per questo che "Casa Romania" ha aperto le porte a Roma. Voluta dal governo di Bucarest, per mostrare che "il lifestyle dei romeni non è poi così diverso dal vostro",spiega Alexandru Ionesco, responsabile per la Romania della campagna d'immagine "Romania piacere di conoscerti". Un'iniziativa che coinvolge Italia e Spagna e che è costata al governo romeno 8 milioni di euro, di cui più della metà spesi in Italia. Secondo i giovani volontari romeni che invitano i visitatori ad entrare nello stand, questa esperienza serve "soprattutto dopo l'omicidio della Reggiani", spiega Horia, studente di economia alla Sapienza. Mentre i cuochi professionisti cucinano il chiftelute, ouaumpluete e sarmale cu zmantana (polpettine, uova ripiene einvoltini di verza con panna e polenta), alcuni dei piatti tipici della cucina romena, Horia e la sua fidanzata Gabriela parlano della propria esperienza di romeni in Italia. "Abitiamo all'Accademia di Romania e studiamo all'università - si presentano con semplicità i due giovani - da un anno e mezzo aquesta parte abbiamo sentito il bisogno di una campagna di sensibilizzazione di questo genere", dicono facendo riferimentoagli spot e alle iniziative organizzate dal governo di Bucarest tra Italia e Spagna e che si concluderanno a fine novembre. L'atteggiamento degli italiani "è cambiato da quel momento"anche se "noi non abbiamo avuto tante occasioni per notare il raffreddamento", spiega Horia. Poi dopo un piccolo consulto in romeno tra i due fidanzati, una pausa: "Beh in effetti dei piccoli cambiamenti l'abbiamo sentiti anche sulla nostra pelle -spiega Horia - Una volta ho chiesto informazioni durante una manifestazione e quando ho detto di essere romeno ho visto dall'altra un cambio di atteggiamento". Storie di romeni integrati che da anni vivono, studiano,investono e lavorano in Italia, come i testimonial scelti dalla campagna promozionale. Romeni che, però, vogliono anche tornare a casa per avere successo in Romania. "Finiamo gli studi e poi torniamo a casa - spiegano ancora Gabriela e Horia - questa è una bella parentesi e ci ricorderemo dell'Italia, ma la nostra vita è a casa". "Casa Romania" approderà a Milano dal 20 al 22 novembre presso Piazza Affari e mostrerà le stanze, i cibi, le usanze, le tradizioni e le abitudini dei romeni tra le mura della propria abitazione. Al termine della manifestazione "verranno eseguitidei sondaggi per verificare l'efficacia della campagna", conclude Ionescu. Bucarest ha scelto di puntare su due delle regioni con la più alta percentuale di romeni, il Lazio e la Lombardia,rispettivamente con 200.000 e 160.000 residenti di nazionalità romena.





sabato 8 novembre 2008

Palermo, studenti in piazza per salvare l'ateneo

Barack on the web

Barack Obama sfrutta l’asso nella manica per sbaragliare il concorrente John Mc Cain e conquistare il match decisivo: web e nuove tecnologie sono state le carte vincenti che lo hanno incoronato non solo il primo presidente afro-americano della storia degli States, ma il re incontrastato di uno scontro mediatico combattuto soprattutto su internet. Cercare il nome di Barack Obama su Google vuol dire trovare informazioni nelle 95.300.000 pagine, su google video cliccare 148.000 link e su YouTube vedere 430.000 filmati. I numeri del rivale sono diversi (67.200.000 link su google, 105.000 su google video e 359.000 su YouTube). Nonostante i dati del web la campagna elettorale americana è stata ancora dominata dalla televisione. Una rilevazione del Pew Research Center ha sottolineato che gli americani hanno navigato su internet per ricercare informazioni sui candidati più di quanto non abbiano fatto nel 2004. La percentuale di coloro che hanno utilizzato internet è triplicata rispetto a quando la sfida elettorale aveva come protagonisti George Bush e John Carry (da 10% al 33%). Anche i quotidiani sono stati superati da internet come fonte principale di notizie e i dati fanno presagire che, nelle prossime elezioni, il web possa superare anche la tv. Secondo la ricerca, infatti, nella fascia di età tra i 18 e i 29 anni gli elettori che hanno scelto internet sono il 49% rispetto al 61% che ha preferito la televisione e al 17% dei giornali. In Italia Obama rappresenta la svolta, il cambiamento. In realtà il mutamento è intrinseco nella società americana e probabilmente il nuovo presidente, figlio della metamorfosi, è saltato sul carro del vincitore innalzandosi agli onori e alla gloria. Il nuovo volto degli Stati Uniti aveva vinto sul web prima che il sole sull’election day sorgesse: su Facebook, 2 milioni e 382 mila, contro gli scarsi 620 mila di McCain; su MySpace quasi 900 mila per Obama, contro gli appena 217 mila del senatore repubblicano. Il canale ufficiale di YouTube di Obama è stato cliccato da oltre 18 milioni di persone, mentre quello di Mc Cain, da poco più di 2 milioni. Senza contare i vari gruppi nati spontaneamente a supporto del nuovo presidente sparsi in tutti gli stati dell’Usa. Alla fine della campagna my.BarackObama.com poteva contare su un milione e mezzo di utenti registati. E non solo. Ha sfruttato canali innovativi del web marketing e della comunicazione online come Twitter, una piattaforma definita di micro-blogging. Oltre che per la tecnologia la sfida per la Casa Bianca ha superato i record nella raccolta fondi: Barack Obama ha infatti raccolto 150 milioni di dollari in donazioni da sostenitori privati, che mediamente spendono su internet 86 dollari per uno. Il totale della raccolta è una cifra che fa girare la testa: 600 milioni di dollari.
Il web lo ha accompagnato alla presidenza anche nella notte che ha preceduto la sua elezione: su
Flickr è possibile vedere le foto dell’attesa, un’intima costruita che comunque rendono Obama, la famiglia e i suoi collaboratori familiari. Ieri sera mentre alla tv generalista presentava il teatrino dell’intrattenimento per le famiglie, chi ha voluto ha potuto seguire la prima conferenza stampa di Obama su diversi siti internet italiani e stranieri.

Una campagna elettorale 2.0 che ha portato non solo Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti, ma alla consacrazione a personaggio mediatico “cresciuto” in rete e approdato alla Casa Bianca.

mercoledì 5 novembre 2008

La corsa alla Casa Bianca

La storica data dell’elezione del primo presidente afro-americano degli Stati Uniti è coincisa con una sperimentazione targata Cnn destinata a rivoluzionare il mondo dei media. Uno sbalorditivo effetto speciale ha portato in studio gli inviati sparsi per gli Stati Uniti, facendoli apparire come immagini tridimensionali in studio. «Mi sento un po’ la principessa Leila di Star Wars» ha commentato Jessica Yellin, reporter collegata da Chicago, ripresa da 35 telecamere da ogni angolazione per riprodurre l'ologramma in 3D.

La campagna elettorale americana per la presidenza ha viaggiato direttamente su internet e in particolare su YouTube. La piattaforma americana ha creato la sezione You Choose ‘08, dove gli appassionati della politica on line “made in Usa” hanno potuto seguire attraverso i video dei candidati americani le primarie e il testa a testa fra Barack Obama e John McCain. Democratici contro repubblicani, due programmi elettorali spiegati attraverso le immagini. YouTube non ha solo ospitato i video dei protagonisti. Video di propaganda sono stati generati da comuni elettori e star del cinema e della musica.






La storica data dell’elezione del primo presidente afro-americano degli Stati Uniti è coincisa con una sperimentazione targata Cnn destinata a rivoluzionare il mondo dei media. Uno sbalorditivo effetto speciale ha portato in studio gli inviati sparsi per gli Stati Uniti, facendoli apparire come immagini tridimensionali in studio. «Mi sento un po’ la principessa Leila di Star Wars» ha commentato Jessica Yellin, reporter collegata da Chicago, ripresa da 35 telecamere da ogni angolazione per riprodurre l'ologramma in 3D.

Barack Obama, il presidente

Gli americani hanno creduto nel cambiamento. Alle 5 in punto (ora italiana) la Cnn rende ufficiale la notizia: Barack Obama è il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America, il 44mo nella storia degli States. Il primo candidato afro-americano approda alla Casa Bianca in modo trionfale, vincendo sul repubblicano John Mc Cain che come vuole la tradizione americana,dieci minuti dopo l’annuncio l’ufficiale, lo ha chiamato per porgergli gli auguri: "Ho avuto l'onore di congratularmi con il senatore Obama, che questa notte è diventato il nuovo presidente degli Stati Uniti”.Con queste parole il veterano di guerra ha accettato la sconfitta e la schiacciante vittoria. Barack Obama ha vinto ed è stata una vittoria travolgente, conquistando anche gli Stati repubblicani decisivi con un'onda d'urto che ha dipinto di blu, il colore dei democratici, gli Stati sulla mappa elettorale degli Usa. Un trionfo, una vittoria netta e questa volta i sondaggi non si sono sbagliati. Obama ha staccato McCain di quattro milioni di voti e ha conquistato (fino a questo momento) 349 voti elettorali contro i 147 del repubblicano. Per la vittoria ne bastavano 270 e ancora devono esserne assegnati 42.
L’esito travolge anche la Florida e l’Ohio, i due Stati che avevano portato Bush alla Casa Bianca nel 2000 e nel 2004. Obama conquista anche la Virginia (l'ultima vittoria democratica risaliva al 1964) e ottiene una clamorosa vittoria, sia pure per poche migliaia di voti, in North Carolina, dove l'elettorato afro-americano ha fatto la differenza. Stravince in Colorado, Nevada e New Mexico. Gli Usa sono in festa, a Chicago la folla si è riunita al Grant Park per celebrare Obama. A New York, Times Square si è riempita di gente mentre l'Empire State Building, che era colorato di rosso e blu in spirito bipartisan ha cambiato colore per illuminarsi con il blu democratico. Tante le feste spontanee in piazza da est a ovest, da nord a sud degli States.Obama ha ricevuto anche le congratulazioni di Bush: "Presidente eletto, mi congratulo. Che fantastica notte per lei, la sua famiglia e i suoi sostenitori. Io e Laura abbiamo chiamato per congratularci con lei e sua moglie. Prometto di rendere dolce questa transizione. Lei è in procinto di intraprendere uno dei più grandi viaggi della vita". Si spengono i riflettori su una campagna elettorale durata quasi due anni. L’America ha un nuovo presidente ed è difficile non pensare al volto e alle parole di martin Luter King “I have a dream”. Un nero alla Casa Bianca, la svolta americana. E oggi gli States si sono svegliati con la luce di un nuovo sole.

Il primo post


Il primo post non si scorda mai...ho rielaborato un semplice detto popolare per dare il via alla mia prima avventura nella rete. E allora mi tuffo in questa ragnatela per farmi conoscere e raccontare il mondo dal mio punto di vista.