martedì 30 dicembre 2008

Facebook: vietate immagini di allattamento

"Hey Facebook, breastfeeding is not obscene!". E’ il nome della petizione lanciata sul social network da Kelli Roman, una mamma che ha visto sparire le sue foto da Facebook in cui allattava la sua bambina. Ed è stata subito polemica seguita da un ampio dibattito on line sulla decorosità o meno delle immagini. Dopo aver rimosso le foto che facevano vedere un po’ troppo il seno materno è scattata la protesta degli utenti arrabbiati per il divieto.
"Foto che mostrano un seno per intero violano le condizioni sul materiale osceno, pornografico e sessualmente esplicito e possono essere rimosse", ha spiegato in una dichiarazione un portavoce del popolare sito di social network. "Le foto su cui interveniamo sono quasi esclusivamente quelle segnalateci da altri utenti che si lamentano".
Ma la protesta non si fermata ed è scesa in piazza. La settimana scorsa un gruppo di manifestanti ha organizzato un "allattamento" virtuale ed una piccola dimostrazione davanti alla sede di Facebook a Palo Alto, California.
Fino ad adesso la petizione ha raccolto oltre 80.000 firme e oltre 10.000 commenti, rilanciando il dibattito sull'opportunità o meno dell'allattamento in pubblico.

lunedì 29 dicembre 2008

Gb, il ministro attacca il web. E'necessario il "Vietato ai minori"

L’internet-censura arriva dalla Gran Bretagna dove il ministro della Cultura britannico Andy Burnham taccia Internet come "qualcosa di molto, molto complesso e un mondo piuttosto pericoloso" e annuncia un piano per valutare i siti con lo stesso sistema dei film: "vietato ai minori di". In una intervista al quotidiano The Daily Telegraph il ministro laburista si lancia nella lotta a Internet dichiarando "Sono categorico in proposito - dice Burnham - su Internet si possono trovare contenuti che considero inaccettabili, quali, ad esempio, una decapitazione". Per riportare quelli che definisce "criteri di decenza" in rete, Burnham progetta di coinvolgere nella caccia alle streghe anche Obama. "Parlerò con la nuova amministrazione appena il presidente sarà ufficialmente in carica - annuncia - per definire degli standard comuni per i siti di lingua inglese. Un'opzione potrebbe essere quella di chiedere ai provider di indicare chiaramente se il materiale coontenuto nei siti è adatto a certe fasce di età". In pratica, così come accade per film e videogiochi, alcuni siti dovrebbero riportare la scritta "non adatto ai minori di..". Il ministro di sicuro sa che affermazioni del genere alimentano il dibattito sull'accessibilità di Internet e sui tentativi arrivati da più parte di controllare un mezzo che fa della libertà di espressione una delle sue caratteristiche intrinseche. "Non si tratta affatto di una campagna per limitare la libertà di espressione - dice il ministro - è piuttosto il tentativo di dare risposte a un problema che interessa molte persone, perché le mette a repentaglio. Dobbiamo dare ai genitori più possibilità per capire che cosa fanno i loro figli sulla rete, quali siti consultano e chi c'è dietro di essi. In questo momento non c'è alcuna garanzia in proposito". Dalle parole ai fatti. Tra le prime misure annunciate, l'imposizione a grandi provider come British Telecom, Tiscali, Aol e Sky di offrire servizi internet in cui gli unici siti accessibili sono quelli adatti anche ai bambini. "Se guardiamo agli esordi di Internet - spiega Burnham - vediamo che chi creò la rete aveva come obiettivo dichiarato di avere uno spazio al quale i governi non avessero accesso. Credo che sia venuto il momento di riconsiderare tali affermazioni". Tra i provvedimenti anche una legge per imporre a siti come Facebook e youTube di rimuovere immediatamente contenuti ritenuti offensivi o dannosi, senza bisogno di un'azione legale.

sabato 27 dicembre 2008

Re-gifting: quando il riciclo corre sul web

Riciclare, sì, è davvero un’arte. Subito dopo Natale è inevitabile fare i conti con la mole di regali non graditi. La lista è lunga: dai profumi troppo dolci, all’ennesima sciarpa dal colore improponibile al libro letto e riletto. E se la parola riciclo in italiano sembra tanto di cattivo gusto, basta usare l’internazione “re-gifting” per far sembrare la parola vietata dal galateo il termine più cool del periodo post natalizio. Naturalmente come ogni pratica chje si rispetti, prima di essere praticato, meglio leggere il decalogo del riciclo, per non incappare in situaizoni imbarazzanti. A suggerire le regole ci pensa il sito americano Regiftable, che oltre a rivelare i trucchi del re-gifting, postano sul sito le loro storie di regali spacchettati con grandi sorrisi e brutti regali, rimpacchettati e donati a inconsapevoli conoscenti pacchetti. Prima di iniziare è fondamentale osservare il regalo e porsi cinque domande: chi l'ha offerto, cosa ha offerto, quando, dove e perché. Seguono poi alcuni consigli da non dimenticare: il regalo non deve essere usato ma mantenuto nella sua confezione originale; mai riciclare oggetti unici perché realizzati a mano da chi li ha offerti; conoscere bene la persona alla quale si offre il pacco riciclato per non rischiare che, nel giro di un paio d'anni, l'oggetto finisca di nuovo nelle sue mani ed infine ricordarsi di togliere dalle confezioni eventuali biglietti di auguri con la firma del mittente. Inoltre è necessario tener conto di alcune regole comportamentali: domandarsi se chi riceverà il dono lo potrà apprezzare e non offrirlo se lo si possiede da troppo tempo. Infine è necessario lasciare da parte tutti i sensi di colpa e preparare un bel pacchetto regalo con della carta nuova e non anonima. Ma attenzione, perché nel 40% dei casi chi riceve il vostro regalo potrebbe essere un riciclatore. Questo secondo i dati raccolti dal sondaggio condotto su un campione di oltre mille cittadini americani dalla Money Managment International, l'agenzia non profit di consulenza finanziaria che gestisce il sito. In più emerge che il 54% degli intervistati non ritiene che riciclare regali sia un comportamento poco educato, il 37% l'ha fatto almeno una volta e nel 33% dei casi l'ha fatto per risparmiare denaro. Le donne, soprattutto quelle tra i 35 e i 54 anni, lo fanno più volentieri ma il 53% degli intervistati non l'ha mai fatto soprattutto per rispetto di chi ha offerto il dono. E non bisogna necessariamente attendere il prossimo Natale. Il regalo può essere riciclato in occasione di qualche compleanno o nei divertenti re-gifting party durante i quali ogni invitato si munisce di uno o più regali riciclati da scambiare. Naturalmente una lotta a colpi di regali riciclati in cui vince il più trash.E di competizione si parla anche sullo stesso sito Regiftable.com e da tre anni a questa parte la Money Managment International organizza sul sito un concorso che premia, con 500 dollari, la storia di riciclaggio più divertente. Divise in cinque categorie - controverse, esilaranti, impossibili da definire, emozionanti e tragiche - le storie vengono votate dagli utenti tramite l'assegnazione di fiocchi rossi virtuali. E dunque al via il riciclo e…vinca, come di regola in questi casi, il peggiore.

giovedì 25 dicembre 2008

Gli auguri di Barack sul web



Barack Obama non si smetisce. Il web lo ha portato alla vittoria e internet lo accompagna nell'avventura presidenziale. Il messaggio di Natale del presidente eletto degli Stati Uniti è online sul sito change.gov. 3 minuti e 42 secondi in cui Barack tocca alcuni punti focali del presente e della storia americana.
Il primo pensiero va alle truppe impegnate all'estero e alle loro famiglie. Quindi, la crisi economica e l'appello all'unità di intenti degli americani per superarla.
Infine, un riferimento al primo Natale degli Stati Uniti d'America: 232 anni fa, il 25 dicembre 1776, quando George Washington e il suo esercito sfidarono il freddo e il ghiaccio per attraversare il fiume Delware e cogliere di sorpresa il nemico a Trenton: una vittoria che alimentò le speranze della nuova nazione durante la guerra d'Indipendenza.
Hope, la speranza che mai ha abbandonato Obama ritorna nella conclusione del suo discorso: "Many ages have passed since that first American Christmas. We have crossed many rivers as a people. But the lessons that have carried us through are the same lessons that we celebrate every Christmas season—the same lessons that guide us to this very day: that hope endures, and that a new birth of peace is always possible".

martedì 16 dicembre 2008

La Gelmini, le parodie e la melagrana

Il mio amico Tony Siino, famoso blogger del panorama italiano con una grande passione per l'Information and Communication Technology, i nuovi media e la comunicazione, è stato il primo a farmi capire veramente cos’è un blog. E non perché me lo ha spiegato con grandi paroloni o una montagna di libri, ma semplicemente attraverso la sua esperienza sul campo. Attraverso Deeario, il suo blog personale, e il blog di Palermo, Rosalio, ho imparato a conoscere e addentrami in questo mondo.
Qualche giorno fa, ho scritto un post sul ministro Maria Stella Gelmini all’arrembaggio di YouTube.
Tony, che ha fatto del web una delle sue strade, e che ha un fiuto a dir poco sorprendente per le notizie, ha scritto un post a proposito di Gelmini e parodie su Campus. Il particolare della melagrana mi era sfuggito.

lunedì 15 dicembre 2008

Il presidente e il lancio delle scarpe su YouTube

Ha già fatto il giro del mondo più e più volte il video del giornalista iracheno che, durante la conferenza stampa, ha lanciato le scarpe al presidente Bush. Il gesto di Montasser al Zaidi, 28 anni, giornalista del canale tv al-Baghdadiyade, è stato trasmesso dai tg di tutto il mondo. Ma per chi si fosse perso il lancio, basta cliccare su YouTube dove sono presenti più di 700 video. Visto già 600.000 volte fino a questa mattina, il lancio delle scarpe contro il presidente americano è già un "cult" della rete.

Addio a Carlo Caracciolo

Noi giovani comunicatori e aspiranti giornalisti abbiamo letto il suo nome nei libri di storia del giornalismo. Un nome intrecciato alla nascita di Repubblica. Carlo Caracciolo, 83 anni, editore puro come pochi ne rimangono, fondatore dell’Espresso e poi di Repubblica, si è spento a Roma all’età di 83 anni.
Nato il 23 ottobre del '25, era presidente onorario del Gruppo Espresso, dove ha lavorato per cinquant'anni. E' stato giovane partigiano in Val d'Ossola, si è laureato in legge a Roma, si è specializzato ad Harvard. Nel '51 fondò la Etas Kompass. Poi nel '55 fu il promotore del settimanale l'Espresso. A metà degli anni '70 decise, insieme ad Eugenio Scalfari, di puntare su un quotidiano scritto come un settimanale. Un giornale che molto presto ha fatto concorrenza al Corsera fino a inficiare per qualche tempo il primato dello storico giornale italiano.
Di lui Giorgio Bocca diceva: "E' una delle poche persone che abbia conservato il gusto del rischio"..
E proprio da quella voglia di rischiare, quella curiosità è nata l'ultima avventura. A quasi 82 anni ha acquistato una consistente quota del quotidiano francese "Liberation", il 33% di un giornale storico della gauche, in crisi profonda di finanze e di idee. Facendo spola fra Roma e Parigi, ha rianimato il quotidiano, ha rilanciato il sito web. Perché “Il futuro, - diceva – passa dalla multimedialità”.

sabato 13 dicembre 2008

Tevere in piena: un fiume di filmati su YouTube

Il Tevere è in piena e un fiume di filmati si riversa su YouTube. La gente non sta a casa, si dirige sulle sponde del Tevere per filmare, documentare ciò che sta accadendo. E' il citizen journalism. L'informazione viene sdoganata. A darci la presa diretta di ciò che sta accadendo è chi vive la città, nella città, a pochi metri da quella massa d'acqua che aumenta due centimetri ogni ora. Adesso la piena è passata. Il disatro presagito non c'è stato. Su Roma spende un illusorio sole invernale, ma sul web rimangono centinaia di video amatoriali che ricordano il fatto. Un barcone si schianta sulle arcate di ponte Sant'Angelo, a Ponte Milvio tutti attendono il peggio e c'è chi scende a pelo d'acqua descrivendo ciò che vede.





venerdì 12 dicembre 2008

"Nati digitali, una generazione senza avi"

I"nati digitali", coloro cioè che sono nati all'inizio degli anni '90 insieme con il World Wide Web e che quindi oggi hanno 16-18 anni, sono una realtà nuova con cui bisogna cominciare a fare i conti. E' questo il messaggio, alquanto netto, lanciato da Michael Wesch, docente di psicologia culturale alla Kansas University, nel suo intervento durante la conferenza "Nati digitali, una generazione senza avi", tenuta venerdì 28 dicembre, all'Accademia dei Lincei organizzata da Media Duemila e dall'Osservatorio TuttiMedia, con la collaborazione della Fondazione Ugo Bordoni, in ricordo di Giovanni Giovannini. Il prof. Wesch, con la sua ricerca, ha voluto indagare sugli aspetti culturali di YouTube, analizzando il suo ruolo all'interno dell'ampio panorama dei social media "dove le identità, i valori e le idee sono prodotte, riprodotte, messe in gioco e negoziate in nuovi modi" e attraverso il racconto di tre “storielle” ha voluto dimostrare come la società sia stata, negli ultimi anni, profondamente condizionata dall'evoluzione del web.La prima storia si riferisce a Kevin Kelly, giornalista ed esperto di cultura digitale, che, già nei primi anni '80, ha cercato di convincere la famosa rete televisiva americana ABC a comprare un proprio spazio sul web. La richiesta di Kelly, però, si è dovuta scontrare con lo scetticismo di questo colosso mediatico, ancorato alla sua lunga tradizione. Il tempo ha dato però ragione a Kelly: l'ABC, che ha iniziato le sue trasmissioni nel 1948 e che da sessant'anni costruisce e trasmette contenuti mediatici, si è vista, oggi, superare dal giovane YouTube, che, in meno di quattro anni, ha raccolto più di 200.000 video.La seconda storia ha, invece, come protagonista Gary Brosnan, teenager del New Jersey, che dalla sua piccola camera da letto, con l'utilizzo di una web cam, ha creato un proprio video rielaborando la hit dance moldava “Dragostea Din Tei”, diventando così un fenomeno internazionale visto da più di un miliardo di visitatori. Il video di Brosnan, nato come un gioco, è diventato “un rituale con senso”, e ha rivalutato l'utilizzo della web cam; oggi, infatti, persone di tutto il mondo creano video personali dalle loro camere e li diffondono attraverso YouTube, piattaforma virtuale, nata nel 2005, a cui “tutti possono contribuire”. “Gary è stato il primo mixer virtuale, la celebrazione di una nuova forma di comunità che può comunicare attraverso il web, egli rappresenta il nuovo mondo in cui viviamo”.La terza storia si basa su un esperimento effettuato da Wesch stesso al fine di dimostrare il nuovo modo di comunicare attraverso il web che “non connette l'informazione, ma le persone”. Wesch ha girato un semplice video in cui riprende la sua casa in Kansas e l'ha pubblicato su digg.com, un sito web di social bookmarking in cui le notizie ed i collegamenti sono proposte dagli utenti, e sono poi promosse in prima pagina in base ad un sistema di graduatoria basato sulla valutazione degli altri utenti della comunità. Questo semplice video ha riscosso un inaspettato successo: è stato scelto per essere pubblicato sulla prima pagina, già al terzo giorno contava più di mille visitatori, è rimasto tra i primi cinque anche durante il Super Bowl Sunday, evidenziando che le persone, hanno preferito un video privato, girato gratuitamente, alle costose pubblicità. Con il suo esperimento il professor Wesch ha voluto, dunque, dimostrare che “al centro del media scope ci siamo noi, quindi i media non sono solo mezzi di comunicazione ma sono mediatori di relazioni sociali. Cambiando il modo di comunicare cambiano anche le relazioni sociali”.You tube ha continuato a essere oggetto del discorso di Gary Wesch che ha mostrato l'infinito numero di fenomeni che possono crearsi all'interno di questa piattaforma. Uno di questi è il cosiddetto “collasso del contesto”, che avviene quotidianamente con i video su Youtube e che è legato al problema del «remixing», ovvero la creazione di contenuti multimediali nuovi usando materiali già esistenti protetti da copyright. “Youtube a volte può diventare anche spietato- sostiene Wesch- perchè dà la possibilità di creare un crollo del contesto e modificare ciò che la persona ripresa dice”. Basti pensare ai video scherzosi che vedono come protagonisti i politici che, immersi in un contesto diverso, vengono ridicolizzati. A dimostrazione di tutto questo sono stati proiettati due famosi video: il primo è quello di “Geordie”, ovvero il filmato in cui un bambino neonato morde il dito del fratellino che urla “ahi Geordie!” ripetutamente, di cui sono stati girati numerosi remake e addirittura un dj ha inciso una canzone riutilizzando l'esclamazione del bambino su una base musicale mixata da lui. L'altro video è quello del “ballo del Numa Numa” in cui un gruppo di ragazzi di colore si dimenano in passi di danza a ritmo di una loro canzone. Questo video ha fatto il giro del mondo ed anche esso è stato oggetto di numerosi remake, tanto che una casa discografica ha offerto un contratto ai giovani artisti del Numa Numa. Nell'agosto 2007 è stato poi girato il video ufficiale di questa band e la canzone è rimasta in cima alle classifiche Usa per sette mesi e ha addirittura vinto un Emmy Awards.Altro fenomeno che si verifica all'interno di Youtube è il “collab”, cioè la collaborazione tra più persone per dare vita a un video. Emblematico è il filmato nato dall'unione di duemila persone che hanno scritto un messaggio sulla propria mano (la maggior parte “one world”) e l'hanno messo in primo piano davanti alla web cam, a dimostrazione di come attraverso il web si possa creare una vera e propria comunità. Wesch infatti afferma che “ognuno di noi è solo e cerca di raggiungere gli altri, perchè sente che qualcosa manca nella propria vita; tutti coloro che usano You Tube, infatti, cercano principalmente unione”, il sentirsi parte di qualcosa e condividere gli stessi bisogni.Infine Gary Wesch ha parlato del gruppo di lavoro che lui stesso ha costituito con 15 studenti per «integrarsi nella comunità di Youtube». Ne è venuta fuori una ricerca intitolata «Digital Etnography» dalla quale emerge un mondo di realtà interconnesse, fatto di «media that mediate the relationship», ovvero i mezzi di comunicazione che mediano le relazioni umane.

mercoledì 10 dicembre 2008

Il Pulitzer premierà anche i quotidiani on line

Il premio Pulitzer riflette i cambiamenti nel mondo del giornalismo parificando l’informazione on-line a quella cartacea. Dal prossimo anno il riconoscimento più prestigioso del giornalismo americano sarà concesso anche ai giornali presenti unicamente su Internet. Tra le 14 categorie che potranno partecipare al premio ci saranno anche le “online-only publications”, ovvero l’informazione solo sul web. L’unico requisito richiesto è che l'agenzia o il quotidiano sia stato attivo nella settimana precedente la premiazione. Continueranno a non essere inclusi tra i concorrenti al premio amministrato dalla Columbia University di New York i magazine ed emittenti televisive e i loro rispettivi siti.
Naturalmente il riconoscere uguale dignità alla carta stampata e all’informazione sul web vuol dire aprire gli occhi sulla profonda crisi che sta attraversando il giornalismo tradizionale. Una delle ultime illustri vittime è il New York Times che è stato costretto a numerosi tagli e a porre un’ipoteca sulla nuova sede. Seguono i licenziamenti di Gannett (editore tra l'altro di Usa Today), i debiti di 10 miliardi di euro del gruppo Tribune (responsabile della pubblicazione del Chicago Tribune e del Los Angeles Times) e una lunga lista di perdite e “bad news” per il gruppo. «Le nuove regole ampliano il raggio d'azione del Pulitzer e riconoscono il ruolo di Internet» ha dichiarato l'amministratore del premio, Sig Gissler. Un riconoscimento che comunque fa pensare che si sta aprendo la strada a un altro modo di fare giornalismo. Chissà quando e se si arriverà a vendere l’ultima copia del New York Times…io non me lo auguro. Piuttosto preferirei veder convivere pacificamente e in profonda armonia ciò che rappresenta la storia e il futuro dell’informazione.

giovedì 4 dicembre 2008

Gelmini-studenti: confronto su YouTube

L'avventura di MariaStella Gelmini su YouTube è targata 4 dicembre 2008. Il ministro dell'istruzione, università e ricerca sbarca sul sito web di condivisione di video più famoso al mondo per "parlare con i ragazzi e confrontarsi con loro". Curiosità, voglia di confronto o solidarietà nei confronti del contestato ministro hanno fatto registrare, in poche ore, grandi numeri. Insomma un successo. In tanti hanno cliccato sul sito (www.youtube.it/mariastellagelmini) e in centinaia hanno inviato commenti. "Il canale - ha spiegato il ministero - vuole essere un luogo in cui il ministro si confronterà con i ragazzi attraverso video domande o commenti che tutti potranno inviare". Il ministro, ogni settimana, risponderà agli studenti sui temi della scuola, dell' università e della ricerca. La Gelmini, che ha portato milioni di studenti in piazza contro la riforma che porta il suo nome, ha deciso di rivolgersi ai ragazzi attarverso il mezzo più usato dai giovani: internet."Ho deciso di aprire un canale su Youtube perchè intendo confrontarmi con voi sulla scuola e sull' università - ha dichiarato la Gelmini - Voglio accogliere idee, progetti, proposte, anche critiche. Una cosa però non farò mai, quella di difendere lo status quo o di arrendermi ai privilegi o agli sprechi. Dobbiamo avere il coraggio di cambiare e dobbiamo farlo insieme". Adesso si attendono solo le risposte, o le domande dei giovani studenti. C'è da chiedersi, tuttavia, quanto l'utilizzo di un mezzo possa avvicinare la Gelmini ai giovani studenti. Basterà, se il messaggio non cambia, l'utilizzo di internet?

sabato 15 novembre 2008

Web politicians


La campagna YouTube non è solo americana, come dimostra la vittoria di Barack Obama e la sua campagna elettorale. Anche Francia e Gran Bretagna stanno sposando la politica del web, Nicolas Sarkozy sta intensificando la sua presenza online con una ricca postazione in Second Life - con tanto di auditorium, video e tabelloni informativi - e un sito pieno di video e contenuti. Lo stratega della comunicazione web si chiama Loic La Meur, un noto blogger francese, ora consulente del presidente francese Il premier britannico Gordon Brown intanto si sottopone regolarmente a un “question time” su YouTube, rispondendo alle domande (filtrate?) dei cittadini, con l'intento di avvicinare gli elettori più giovani. Respingendo, così, le accuse dell'opposizione che lo considera un politico 'vecchio stampo'.A Natale dell'anno scorso pure la regina Elisabetta ha lanciato un canale dedicato, "the royal channel" - ci sono 23626 iscritti, per un totale di 1.728.408 visualizzazioni. La monarchia britannica nel corso degli anni si è sempre mostrata interessata alla tecnologia. Nel 1976, durante una visita alle forze armate, Elisabetta spedì la sua prima email, risale invece al 1997 il lancio del sito e al 2006 il primo messaggio alla nazione scaricabile da internet.

martedì 11 novembre 2008

Romania, 8 milioni per farsi conoscere

La Romania vuole farsi conoscere e modificare l'immagine negativa, da "cronaca nera" che ha in Italia, dove vive e lavora più di un milione di cittadini romeni. E' per questo che "Casa Romania" ha aperto le porte a Roma. Voluta dal governo di Bucarest, per mostrare che "il lifestyle dei romeni non è poi così diverso dal vostro",spiega Alexandru Ionesco, responsabile per la Romania della campagna d'immagine "Romania piacere di conoscerti". Un'iniziativa che coinvolge Italia e Spagna e che è costata al governo romeno 8 milioni di euro, di cui più della metà spesi in Italia. Secondo i giovani volontari romeni che invitano i visitatori ad entrare nello stand, questa esperienza serve "soprattutto dopo l'omicidio della Reggiani", spiega Horia, studente di economia alla Sapienza. Mentre i cuochi professionisti cucinano il chiftelute, ouaumpluete e sarmale cu zmantana (polpettine, uova ripiene einvoltini di verza con panna e polenta), alcuni dei piatti tipici della cucina romena, Horia e la sua fidanzata Gabriela parlano della propria esperienza di romeni in Italia. "Abitiamo all'Accademia di Romania e studiamo all'università - si presentano con semplicità i due giovani - da un anno e mezzo aquesta parte abbiamo sentito il bisogno di una campagna di sensibilizzazione di questo genere", dicono facendo riferimentoagli spot e alle iniziative organizzate dal governo di Bucarest tra Italia e Spagna e che si concluderanno a fine novembre. L'atteggiamento degli italiani "è cambiato da quel momento"anche se "noi non abbiamo avuto tante occasioni per notare il raffreddamento", spiega Horia. Poi dopo un piccolo consulto in romeno tra i due fidanzati, una pausa: "Beh in effetti dei piccoli cambiamenti l'abbiamo sentiti anche sulla nostra pelle -spiega Horia - Una volta ho chiesto informazioni durante una manifestazione e quando ho detto di essere romeno ho visto dall'altra un cambio di atteggiamento". Storie di romeni integrati che da anni vivono, studiano,investono e lavorano in Italia, come i testimonial scelti dalla campagna promozionale. Romeni che, però, vogliono anche tornare a casa per avere successo in Romania. "Finiamo gli studi e poi torniamo a casa - spiegano ancora Gabriela e Horia - questa è una bella parentesi e ci ricorderemo dell'Italia, ma la nostra vita è a casa". "Casa Romania" approderà a Milano dal 20 al 22 novembre presso Piazza Affari e mostrerà le stanze, i cibi, le usanze, le tradizioni e le abitudini dei romeni tra le mura della propria abitazione. Al termine della manifestazione "verranno eseguitidei sondaggi per verificare l'efficacia della campagna", conclude Ionescu. Bucarest ha scelto di puntare su due delle regioni con la più alta percentuale di romeni, il Lazio e la Lombardia,rispettivamente con 200.000 e 160.000 residenti di nazionalità romena.





sabato 8 novembre 2008

Palermo, studenti in piazza per salvare l'ateneo

Barack on the web

Barack Obama sfrutta l’asso nella manica per sbaragliare il concorrente John Mc Cain e conquistare il match decisivo: web e nuove tecnologie sono state le carte vincenti che lo hanno incoronato non solo il primo presidente afro-americano della storia degli States, ma il re incontrastato di uno scontro mediatico combattuto soprattutto su internet. Cercare il nome di Barack Obama su Google vuol dire trovare informazioni nelle 95.300.000 pagine, su google video cliccare 148.000 link e su YouTube vedere 430.000 filmati. I numeri del rivale sono diversi (67.200.000 link su google, 105.000 su google video e 359.000 su YouTube). Nonostante i dati del web la campagna elettorale americana è stata ancora dominata dalla televisione. Una rilevazione del Pew Research Center ha sottolineato che gli americani hanno navigato su internet per ricercare informazioni sui candidati più di quanto non abbiano fatto nel 2004. La percentuale di coloro che hanno utilizzato internet è triplicata rispetto a quando la sfida elettorale aveva come protagonisti George Bush e John Carry (da 10% al 33%). Anche i quotidiani sono stati superati da internet come fonte principale di notizie e i dati fanno presagire che, nelle prossime elezioni, il web possa superare anche la tv. Secondo la ricerca, infatti, nella fascia di età tra i 18 e i 29 anni gli elettori che hanno scelto internet sono il 49% rispetto al 61% che ha preferito la televisione e al 17% dei giornali. In Italia Obama rappresenta la svolta, il cambiamento. In realtà il mutamento è intrinseco nella società americana e probabilmente il nuovo presidente, figlio della metamorfosi, è saltato sul carro del vincitore innalzandosi agli onori e alla gloria. Il nuovo volto degli Stati Uniti aveva vinto sul web prima che il sole sull’election day sorgesse: su Facebook, 2 milioni e 382 mila, contro gli scarsi 620 mila di McCain; su MySpace quasi 900 mila per Obama, contro gli appena 217 mila del senatore repubblicano. Il canale ufficiale di YouTube di Obama è stato cliccato da oltre 18 milioni di persone, mentre quello di Mc Cain, da poco più di 2 milioni. Senza contare i vari gruppi nati spontaneamente a supporto del nuovo presidente sparsi in tutti gli stati dell’Usa. Alla fine della campagna my.BarackObama.com poteva contare su un milione e mezzo di utenti registati. E non solo. Ha sfruttato canali innovativi del web marketing e della comunicazione online come Twitter, una piattaforma definita di micro-blogging. Oltre che per la tecnologia la sfida per la Casa Bianca ha superato i record nella raccolta fondi: Barack Obama ha infatti raccolto 150 milioni di dollari in donazioni da sostenitori privati, che mediamente spendono su internet 86 dollari per uno. Il totale della raccolta è una cifra che fa girare la testa: 600 milioni di dollari.
Il web lo ha accompagnato alla presidenza anche nella notte che ha preceduto la sua elezione: su
Flickr è possibile vedere le foto dell’attesa, un’intima costruita che comunque rendono Obama, la famiglia e i suoi collaboratori familiari. Ieri sera mentre alla tv generalista presentava il teatrino dell’intrattenimento per le famiglie, chi ha voluto ha potuto seguire la prima conferenza stampa di Obama su diversi siti internet italiani e stranieri.

Una campagna elettorale 2.0 che ha portato non solo Barack Obama alla presidenza degli Stati Uniti, ma alla consacrazione a personaggio mediatico “cresciuto” in rete e approdato alla Casa Bianca.

mercoledì 5 novembre 2008

La corsa alla Casa Bianca

La storica data dell’elezione del primo presidente afro-americano degli Stati Uniti è coincisa con una sperimentazione targata Cnn destinata a rivoluzionare il mondo dei media. Uno sbalorditivo effetto speciale ha portato in studio gli inviati sparsi per gli Stati Uniti, facendoli apparire come immagini tridimensionali in studio. «Mi sento un po’ la principessa Leila di Star Wars» ha commentato Jessica Yellin, reporter collegata da Chicago, ripresa da 35 telecamere da ogni angolazione per riprodurre l'ologramma in 3D.

La campagna elettorale americana per la presidenza ha viaggiato direttamente su internet e in particolare su YouTube. La piattaforma americana ha creato la sezione You Choose ‘08, dove gli appassionati della politica on line “made in Usa” hanno potuto seguire attraverso i video dei candidati americani le primarie e il testa a testa fra Barack Obama e John McCain. Democratici contro repubblicani, due programmi elettorali spiegati attraverso le immagini. YouTube non ha solo ospitato i video dei protagonisti. Video di propaganda sono stati generati da comuni elettori e star del cinema e della musica.






La storica data dell’elezione del primo presidente afro-americano degli Stati Uniti è coincisa con una sperimentazione targata Cnn destinata a rivoluzionare il mondo dei media. Uno sbalorditivo effetto speciale ha portato in studio gli inviati sparsi per gli Stati Uniti, facendoli apparire come immagini tridimensionali in studio. «Mi sento un po’ la principessa Leila di Star Wars» ha commentato Jessica Yellin, reporter collegata da Chicago, ripresa da 35 telecamere da ogni angolazione per riprodurre l'ologramma in 3D.

Barack Obama, il presidente

Gli americani hanno creduto nel cambiamento. Alle 5 in punto (ora italiana) la Cnn rende ufficiale la notizia: Barack Obama è il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America, il 44mo nella storia degli States. Il primo candidato afro-americano approda alla Casa Bianca in modo trionfale, vincendo sul repubblicano John Mc Cain che come vuole la tradizione americana,dieci minuti dopo l’annuncio l’ufficiale, lo ha chiamato per porgergli gli auguri: "Ho avuto l'onore di congratularmi con il senatore Obama, che questa notte è diventato il nuovo presidente degli Stati Uniti”.Con queste parole il veterano di guerra ha accettato la sconfitta e la schiacciante vittoria. Barack Obama ha vinto ed è stata una vittoria travolgente, conquistando anche gli Stati repubblicani decisivi con un'onda d'urto che ha dipinto di blu, il colore dei democratici, gli Stati sulla mappa elettorale degli Usa. Un trionfo, una vittoria netta e questa volta i sondaggi non si sono sbagliati. Obama ha staccato McCain di quattro milioni di voti e ha conquistato (fino a questo momento) 349 voti elettorali contro i 147 del repubblicano. Per la vittoria ne bastavano 270 e ancora devono esserne assegnati 42.
L’esito travolge anche la Florida e l’Ohio, i due Stati che avevano portato Bush alla Casa Bianca nel 2000 e nel 2004. Obama conquista anche la Virginia (l'ultima vittoria democratica risaliva al 1964) e ottiene una clamorosa vittoria, sia pure per poche migliaia di voti, in North Carolina, dove l'elettorato afro-americano ha fatto la differenza. Stravince in Colorado, Nevada e New Mexico. Gli Usa sono in festa, a Chicago la folla si è riunita al Grant Park per celebrare Obama. A New York, Times Square si è riempita di gente mentre l'Empire State Building, che era colorato di rosso e blu in spirito bipartisan ha cambiato colore per illuminarsi con il blu democratico. Tante le feste spontanee in piazza da est a ovest, da nord a sud degli States.Obama ha ricevuto anche le congratulazioni di Bush: "Presidente eletto, mi congratulo. Che fantastica notte per lei, la sua famiglia e i suoi sostenitori. Io e Laura abbiamo chiamato per congratularci con lei e sua moglie. Prometto di rendere dolce questa transizione. Lei è in procinto di intraprendere uno dei più grandi viaggi della vita". Si spengono i riflettori su una campagna elettorale durata quasi due anni. L’America ha un nuovo presidente ed è difficile non pensare al volto e alle parole di martin Luter King “I have a dream”. Un nero alla Casa Bianca, la svolta americana. E oggi gli States si sono svegliati con la luce di un nuovo sole.

Il primo post


Il primo post non si scorda mai...ho rielaborato un semplice detto popolare per dare il via alla mia prima avventura nella rete. E allora mi tuffo in questa ragnatela per farmi conoscere e raccontare il mondo dal mio punto di vista.