Noi giovani comunicatori e aspiranti giornalisti abbiamo letto il suo nome nei libri di storia del giornalismo. Un nome intrecciato alla nascita di Repubblica. Carlo Caracciolo, 83 anni, editore puro come pochi ne rimangono, fondatore dell’Espresso e poi di Repubblica, si è spento a Roma all’età di 83 anni.
Nato il 23 ottobre del '25, era presidente onorario del Gruppo Espresso, dove ha lavorato per cinquant'anni. E' stato giovane partigiano in Val d'Ossola, si è laureato in legge a Roma, si è specializzato ad Harvard. Nel '51 fondò la Etas Kompass. Poi nel '55 fu il promotore del settimanale l'Espresso. A metà degli anni '70 decise, insieme ad Eugenio Scalfari, di puntare su un quotidiano scritto come un settimanale. Un giornale che molto presto ha fatto concorrenza al Corsera fino a inficiare per qualche tempo il primato dello storico giornale italiano.
Di lui Giorgio Bocca diceva: "E' una delle poche persone che abbia conservato il gusto del rischio"..
E proprio da quella voglia di rischiare, quella curiosità è nata l'ultima avventura. A quasi 82 anni ha acquistato una consistente quota del quotidiano francese "Liberation", il 33% di un giornale storico della gauche, in crisi profonda di finanze e di idee. Facendo spola fra Roma e Parigi, ha rianimato il quotidiano, ha rilanciato il sito web. Perché “Il futuro, - diceva – passa dalla multimedialità”.
Nato il 23 ottobre del '25, era presidente onorario del Gruppo Espresso, dove ha lavorato per cinquant'anni. E' stato giovane partigiano in Val d'Ossola, si è laureato in legge a Roma, si è specializzato ad Harvard. Nel '51 fondò la Etas Kompass. Poi nel '55 fu il promotore del settimanale l'Espresso. A metà degli anni '70 decise, insieme ad Eugenio Scalfari, di puntare su un quotidiano scritto come un settimanale. Un giornale che molto presto ha fatto concorrenza al Corsera fino a inficiare per qualche tempo il primato dello storico giornale italiano.
Di lui Giorgio Bocca diceva: "E' una delle poche persone che abbia conservato il gusto del rischio"..
E proprio da quella voglia di rischiare, quella curiosità è nata l'ultima avventura. A quasi 82 anni ha acquistato una consistente quota del quotidiano francese "Liberation", il 33% di un giornale storico della gauche, in crisi profonda di finanze e di idee. Facendo spola fra Roma e Parigi, ha rianimato il quotidiano, ha rilanciato il sito web. Perché “Il futuro, - diceva – passa dalla multimedialità”.
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